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Intro

Diamo oggi il benvenuto ai Newdress, gruppo New Wave emergente che sono sicuro avrà motivo di far parlare di sé. Intervistiamoli!

Simone

Benvenuti Newdress, sono davvero felice di potervi intervistare nella rubrica Rising Stars; ho ascoltato i vostri brani e mi sono davvero piaciuti ma prima di passare alla parte musicale vorrei raccontaste ai nostri lettori come è nato il vostro gruppo.

Jordan (Batterista)

La genesi dei Newdress trova le sue radici ancora nel secolo scorso.

Era il 1995, Stefano (Marzoli, voce e synth, ndr) ed io eravamo due ragazzini sui banchi di scuola e ci conoscemmo in occasione di una festa d’istituto. Marzoli era un “primino”, io in terza superiore: insieme fondammo i Transea, formazione nella quale suonammo fino al 2000; anno in cui nacquero i Noir, band di chiara matrice dark-wave che ha calcato centinaia di palchi fino al 2007, anno in cui si formarono i Newdress. In questi dieci anni sono gravitati attorno a noi diversi musicisti, fino ad arrivare all’attuale formazione – che definirei “perfetta” – con Andrea Zagna al basso e Matteo Frigoli alla chitarra.

Siamo una piccola famiglia, oltre che una band, e non cambieremmo una virgola di quello che abbiamo costruito insieme.

Simone

Non sbagli a dire perfetta, questo non perché ci sia la “perfezione musicale”, neppure i più grandi si addosserebbero un tale fardello, semplicemente perché a mio dire avete trovato la perfetta identità per questo gruppo, questo è quello che mi avete trasmesso. Quindi, tornando a noi, perché avete scelto di suonare questo genere musicale?

Matteo (Chitarrista)

Senza dubbio perché ognuno di noi con percorsi diversi ha vissuto e apprezzato gli anni della new wave rimanendone indelebilmente contaminato.

Nel mio caso dopo un breve periodo di classici rock alla Pink Floyd, Led Zeppelin sui quali tanti chitarristi fanno le prime esperienze ho velocemente virato verso gruppi come Bauhaus, Siouxie, Joy Division, Wire, Sad Lovers and Giants.

Inoltre grazie alle numerose band che hanno caratterizzato questo periodo musicale e la tipica pulizia e raffinatezza di esecuzione fanno sì che ancora oggi le fonti di ispirazione siano molteplici. Siamo convinti che la new wave oggi abbia ancora molto da dire, fortunatamente anche in Italia!

Curiosità

Rimanemmo senza fiato quando Omar Pedrini decise di ri-arrangiare insieme a noi una pietra miliare come “Senza Vento”, per inserirla nel nostro tributo agli anni 90 intitolato appunto “Novanta”, insieme a Garbo e ai Soerba.

Ma il ricordo più bello risale ai primi anni della formazione, quando il nostro concittadino e amico Francesco Renga, ci chiamò ad aprire due date del suo primo tour solista. Eravamo emozionati, carichi di energia e di mille aspettative, vedere migliaia di persone muoversi al ritmo della tua musica è la cosa più appagante per un musicista.

Simone

Concordo con te, Matteo, è un genere secondo me poco esplorato dagli ascoltatori italiani più giovani, e credo che il vostro sound possa attrarne parecchi. Parlando proprio di sound, cosa vi attrae della New Wave e quali artisti vi hanno ispirato?

Zagna (Bassista)

Pensiamo che la wave sia un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio: i Sintetizzatori ti portano a orbitare nel cosmo, le Chitarre con poche note e col giusto effetto si ripetono fino a creare un vero e proprio ‘mantra rituale’, Batterie martellanti trovano ritmo e dinamica già solo con cassa e rullante, i Giri di basso che da soli sosterrebbero interi brani Voci che, sebbene spesso non brillino per tecnica, toccano il cuore e lo stringono. Insomma pensiamo che sia un genere che racchiude tante sfaccettature dell’anima.

Le band che ci hanno ispirato (oltre ai classici quali ovviamente The Cure, Depeche Mode e Joy Division) fanno parte della prima ondata degli anni duemila come Editors, The Killers e Interpol, New Order.

Simone

Avete citato grandi nomi da cui apprezzo abbiate tratto la forza di seguire questo genere musicale, ma il bello della vostra band è che non fa cover, scrivete voi i brani e non è per nulla una cosa facile. Vi andrebbe di raccontarci come nascono i testi e le musiche dei Newdress?

Jordan

Le sessioni creative e di registrazione nascono tutte nel nostro quartier generale, il nostro rifugio, la nostra caverna – uno studio ricavato nelle stanze di un fatiscente cascinale immerso nella fiorente campagna bresciana. Se lasci la porta aperta sono numerosi gli animaletti che ti vengono ad ascoltare: i fan più affezionati sono i porcospini, che danno il nome al posto, il Porcupine Studio.

Il nostro approccio alla composizione è abbastanza semplice: mettiamo sul piatto tutte le soluzioni a noi più consone, quelle più genuine, più semplici, che ci vengono meglio senza orpelli e abbellimenti; suonando basso, chitarra, batteria e pianoforte, creando sessioni di accordi, armonie e ritmiche da poter arrangiare per poi fissarle in diversi provini. Scegliamo quelli che per noi e per la nostra etichetta sono i più interessanti e iniziamo a produrli. In contemporanea inizia la stesura dei testi e delle melodie del canto, in ultimo ma non meno importante per la nostra musica è l’inserimento dell’elettronica che nel nostro ultimo disco “Falso Negativo” trova i suoi spazi e la giusta presenza donando al sound l’internazionalità che da sempre cerchiamo.

Simone

Il luogo dove componete è forse il più bello che mi abbiano descritto negli ultimi mesi, di sicuro il più affascinante, mi piacerebbe da morire venirvi a trovare. Considerando che al giorno d’oggi la musica è “cosa pubblica”, cosa ne pensate delle altre band emergenti e del panorama musicale di questo periodo? C’è spazio per nuovi artisti oggi?

Jordan

Sinceramente siamo abbastanza “schifati” da molte delle produzioni italiane, dai progetti paralleli dei progetti paralleli, sono poche le band coerenti come la nostra che da sempre fanno la musica che amano senza scendere a compromessi o reinventarsi a seconda delle mode.

Noi suoniamo New Wave da quando portavamo i calzoncini corti e non abbiamo smesso di farla neanche quando certi personaggi influenti ridevano di noi dicendo che la Wave era morta da tempo, gli stessi personaggi che oggi iniziano i loro DJ Set con Cure e Joy Division.

Spazio per i nuovi artisti? L’ambiente è saturo di proposte che un buon ufficio stampa riesce a veicolare sui principali canali di comunicazione senza alcun filtro, riempiendo le testate giornalistiche e le fanzine grazie ai soldi spesi dalle stesse band per la loro promozione, e così Rolling Stone pone sullo stesso piano il disco dei “Ciccio Bomba” e de “I bagiggi” con quello dei Depeche Mode.

Insomma è un casino pazzesco.

Curiosità

Potremmo raccontarti di quella volta che Andy, sceso da un aereo di ritorno dalla Cambogia chiamò il nostro produttore artistico per dirgli che voleva mettere un cameo di Sax in “Bisogna passare il tempo”, singolo che lanciò “Legàmi di luce”; e così tre giorni dopo ci siamo ritrovati in studio con una delle menti del gruppo italiano da noi più amato: i compianti Bluvertigo.

Simone

Mi dispiace moltissimo dovervi dare ragione, se aveste torto non ci troveremmo in questo caos multi-sonoro che dura ormai da un decennio. Sono certo che la coerenza che vi pervade, unita ad altri dischi di ottima fattura come questo “Falso Negativo” saranno un ottimo trampolino di lancio! Vi auguro grande fortuna, ma adesso tocca a me dare un parere al vostro ultimo disco. Vai con la recensione!

Recensione

I Newdress dopo aver vorticato come un tornado in cerca dei giusti “pezzi” della band sono ora formati da:

La Band
  • Stefano MarzoliVoce, Programmazioni
  • Jordan VianelloBatteria
  • Andrea ZagnaBasso
  • Matteo FrigoliChitarra
Falso Negativo

Un quartetto di tutto rispetto che non lesina di esperienza; infatti online possiamo trovare molti altri loro lavori come: Alibi (2008), Moderne Tessiture Sonore (2010), Legami Di Luce (2012), Vernale (2013), Novanta (2015). Ho ascoltato tutti i loro album e la sensazione che ho avuto è che il gruppo è maturato nel tempo, arrivando all’ultimo disco molto cambiato rispetto a come era partito, ma mantenendo una precisa identità sonora.

L’album ha suoni elettronici digitali che ricordano i Depeche Mode, elemento a mio dire molto gradito, abbinati a una chitarra e una batteria che scandiscono il tempo senza mai “intromettersi” tra la voce del cantante e il sound generale. Ne scaturisce un perfetto ecosistema disordinato, ricco di suoni che se presi da soli non avrebbero motivo di esistere, ma che invece si amalgamano sorprendentemente dando vita a ritmi complessi e ricchi di sfumature sonore. Non è un caso che in molti brani si passi da un ritmo serrato e brevi pezzi di pura batteria subito sostituiti dalla musica digitale, per poi tornare al complesso mondo della voce.

Ho molto apprezzato la chiarezza vocale di Stefano Marzoli, sempre intonata e perfettamente in tema con il sound che esce dalle casse.

Il disco è piacevole da ascoltare, canticchiando le canzoni che si fanno accompagnare dal ticchettare di un dito sul tavolo, o dal battere del tacco della scarpa.

Insomma, non si può ascoltarli stando fermi, bisogna assecondarli nel ritmo!

Falso Tour

In coda, se vi è piaciuto l’album “Falso Negativo”, le date del tour dei Newdress! Non perdeteli!

Date 2018
  • 27/01SOLD OUT Music Club – Grassobbio (BG)
  • 01/02BLAH BLAH (TO) + Proclama
  • 08/02Rock’n’Roll Milano #FATTIMALEMILANO
  • 16/02639 (BS)
  • 10/03Spaziomusica Pavia + Dark Tales
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