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Intro
Che il panorama indie sia pieno zeppo di personaggi improponibili, e inascoltabili, è cosa risaputa; eppure quando ti trovi ad ascoltare un gruppo completamente alternativo ma estremamente preparato, allora rivaluti la tua idea di “fuori di testa”. Non vedo l’ora di raccontarvi di questi menestrelli alternativi.
Simone
Benvenuti cari menestrelli nell’umile rubrica di Hive Music, “Rising Stars”! Sono davvero molto contento di potervi intervistare, era da tanto che non ascoltavo un sound così ispirato. Beh, raccontateci di voi ordunque!
Menestrelli
Ciao Simone e grazie di averci voluto dedicare il tuo tempo!
I Menestrelli sono nati alla fine del 2013. Io (Viviana) avevo 17 anni. Ho incontrato Gianni (il primo chitarrista) nella scuola di musica che frequentavo. È iniziato uno scambio d’idee creative musicali, e ho visto in lui una fonte d’ispirazione. Dovevo assolutamente iniziare a creare qualcosa.
Facevamo parte dello stesso gruppo di amici: ogni sera ci portavamo dietro una chitarra e suonavamo. Bene o male all’interno del nostro gruppo di amici ognuno suonava o faceva qualcosa di artistico, quindi piano piano è nata l’idea di creare una band.
Si è aggiunto Nico (chitarrista) e Matteo (bassista). La prima formazione aveva un nome imbarazzante e provavamo nella mansarda di Nico. Avevamo un batterista che era esterno al gruppo di amici, e non era molto presente. Alla nostra prima data fuori (si trattava di un contest) lui diede buca e per l’occasione trovammo un sostituto, Ravi. Era molto più bravo e in fondo speravo che rimanesse nel gruppo dopo il contest, e così fu.
Abbiamo deciso di chiamarci Menestrelli di Banafratta perché volevamo raccontare storie: prendere fiabe e farle diventare canzoni. Così la prima canzone è stata Alice (nel paese della meraviglie), poi Rosaspina (la bella addormentata nel bosco).
Abbiamo poi deciso di inventare noi stessi delle storie, oltre che raccontare fiabe. Così sono nate Banafratta, Zombi, El Buttero…. E i Menestrelli di Banafratta sono diventati dei veri menestrelli! Cantastorie pieni di energia e passione.
Simone
Il vostro genere è folkloristico, pieno di suoni pregni della tradizione più antica. È un caso o c’è un motivo per tale scelta?
Menestrelli
Non abbiamo scelto questo genere, ma potremmo quasi dire che questo genere è venuto a noi.
Appare gli scherzi, proveniamo da ascolti musicali abbastanza diversi, e quando una persona crea la prima cosa che fa inconsciamente è di andare a ripescare nella memoria ciò che ha assorbito. Ecco perché quando vuoi diventare un bravo artista la prima cosa che ti viene detta è di ascoltare o vedere tutto quello che puoi…
Ma tornando alla domanda principale! Mettendo insieme le nostre idee così diverse, tramite un vero e proprio flusso creativo senza freni o regole abbiamo scoperto che la nostra combinazione portava a un folk rock progressive.
Simone
Il folk è un sound che mi ha sempre attratto moltissimo, perché ripercorre la tradizione del territorio da cui proviene con ritmi unici. Cosa vi attrae di questo sound? Perché questa scelta così precisa?
Menestrelli
C’è chi ascoltava metal, rock anni ’70 psichedelico o hard rock (Metallica, Deep Purple, Pink Floyd, Jefferson Airplane) e qualcuno invece veniva da ascolti più progressive, alternative rock, pop, blues, cantautoriale (Muse, King Crimson, F. De Andrè, Van Halen, Led Zeppelin, Elio e le storie tese, Jethro Tull, Caparezza, Genesis, Pearl Jam, The Doors).
Il mio scopo era liberarmi, sfogarmi, usare la mia voce per comunicare, oltre che divertirmi sperimentando in un genere che non pensavo potesse appartenermi. I ragazzi volevano far ballare la gente. Il nostro scopo era sicuramente quello di far divertire le persone e farle viaggiare con la testa.
Simone
Ci siete davvero riusciti, sono bastati un paio di brani per catapultarmi in un mondo di storie magistralmente cantate. Quindi, vi ispirate alle fiabe eh? Elemento davvero fuori dal comune e che mi induce a farvi la prossima domanda. Come create i testi? La musica che fate è ricca di suoni che vanno ben organizzati, è molto complessa.
Menestrelli
Le musiche le scriviamo tutti insieme in sala prove. Magari qualcuno arriva con un giro di accordi o un tema da sviluppare, e ci mettiamo a lavoro tutti insieme. Per quanto riguarda i testi me ne occupo io, ma all’inizio avevamo provato a scrivere tutti insieme. El Buttero e Banafratta sono nati così. Pomeriggi interi passati a buttare giù idee su un foglio di carta, mentre Gianni o Nico strimpellavano il pezzo in acustico con la chitarra.
I miei testi migliori sono nati senza pensare. Rosaspina, Alice, Quella del Re… Avevo chiaro in testa il concetto generale e poi facevo di getto una prima stesura senza giudizio e senza critica. Dopo c’è la fase di correzione e perfezionamento, anche per fare combaciare le parole con la musica nel modo più orecchiabile possibile, tramite l’uso di rime e di una metrica adatta.
Simone
Metrica, una parola che ormai sento pronunciare di rado, e quando si parla di poesia. Quindi davvero raramente! In questo periodo sto intervistando moltissime band ma solo alcuni arrivano su queste pagine, perché solo alcuni sono davvero meritevoli di essere “raccontati”. Il mio personale pensiero è che oggigiorno tutti pensano di poter fare musica, senza la minima preparazione. Voi invece, cosa ne pensate delle altre band emergenti e del panorama musicale di questo periodo? C’è spazio per nuovi artisti oggi?
Menestrelli
Oggi il mondo brulica di persone che hanno bisogno di esprimersi, e scelgono la musica per farlo. La differenza tra oggi e il passato è che chiunque potrebbe fare qualsiasi cosa grazie a internet e alla tecnologia. Bisogna sapere sfruttare tutto questo invece che venirne schiacciati. È facile che oggi l’artista si perda tra i tanti, e tra le tante cose da fare che ci vengono proposte ogni giorno sui social e dai media. Facendo un paragone: l’oceano è immenso e pieno di pesci. Devi avere un colore particolarmente acceso perché gli altri ti notino.
Io credo che oggi ce ne siano pochi che riescano a farsi notare proponendo qualcosa di diverso e interessante, per quanto riguarda per lo meno il panorama musicale italiano.
Simone
Concordo appieno, per questo Hive Music è un progetto nato per valorizzare la musica sul territorio, regione per regione, organizzando eventi che possano far esibire gli artisti senza sostenere costi esosi, e allo stesso tempo far guadagnare il proprietario del locale che ospita l’evento, rimettendo in moto l’economia. Cosa ne pensi di questo progetto? Vorresti partecipare ai nostri eventi?
Menestrelli
Penso che sia una bellissima iniziativa e che ci sia bisogno di opportunità del genere per permettere ai musicisti di esprimersi e alla gente di interessarsi di più alla musica e ai ragazzi.
Simone
Sono stato veramente felicissimo di poter parlare con voi, ma adesso è arrivato il mio personale momento di riflessione: indosserò le cuffie e racconterò del vostro ultimo album! Ma prima, una piccola e delirante curiosità su questo gruppo di scalmanati cantastorie!
Curiosità
Una volta ci è stato chiesto di partecipare in qualità di Menestrelli (ma nel vero senso del termine) ad una sessione di gioco di ruolo dal vivo organizzata da un gruppo di giocatori abituali. Ci avrebbero pagato un rimborso spese e ai tempi come scopo principale avevamo quello di farci conoscere quindi abbiamo accettato.
Abbiamo dovuto compilare una scheda singolarmente dove sceglievamo che personaggio essere (e dovevamo REALMENTE essere quel personaggio dal momento in cui siamo arrivati al momento in cui il giorno dopo siamo andati via). Io scelsi di essere una barda-elfa se non sbaglio. Quando siamo arrivati è stata un’esperienza mistica, e forse uno dei ricordi più divertenti che io abbia. Il posto era bellissimo. Campi verdi e alberi, e una casa enorme vecchissima in mezzo al niente. Dentro c’era il dormitorio dove avremmo passato la notte. Tutte le persone erano travestite con abiti fantasy medievali, e ci hanno salutati parlando forzatamente un italiano antico dopo che qualcuno ci ha “annunciati” in quanto menestrelli che avrebbero “allietato la festa della dama di casa”.
Abbiamo dovuto sfilare con chitarre e tamburi. Io trattenevo le lacrime da quanto volevo scoppiare a ridere perché la situazione era veramente assurda ed eravamo tutti a disagio. Il pomeriggio non sapevamo cosa fare, e il bello infatti è arrivato la sera. A cena abbiamo bevuto un po’ di vino. Il cameriere andava chiamato “oste”. È lì che abbiamo iniziato a suonare, ma non si sentiva assolutamente niente perché abbiamo dovuto esibirci in acustico senza amplificazione e la sala da pranzo era piena di persone che parlavano e urlavano. Ricordo che Gianni e Matteo si sono messi a litigare. Dopo, arresi e stesi nel prato con delle candele e del vino, è iniziato il bello. Abbiamo sentito urlare in lontananza “Arrivano i non mortiiiiiiiiiiiiii!” e due secondi dopo vediamo tre persone travestite in armatura che ci corrono addosso urlando. Ravi si lancia dietro un cespuglio, Gianni, Matteo e Nico scappano chissà dove e io scappo dentro il castello. Da quel momento in poi è iniziato il delirio e ricordo solo che è stata una delle esperienze più divertenti che abbiamo passato insieme.
Recensione
I Menestrelli di Banafratta sono un quintetto piacevolmente “irrequieto”, che ad oggi è in formazione con i seguenti nomi:
La Band
- Viviana Marino – Voce
- Gianni Capecchi – Chitarra Elettrica
- Nico Signorini – Chitarra Elettrica
- Matteo Ascani – Basso
- Ravi Di Tuccio – Batteria
Sveglia!
Sarò sincero, se non amate il folk questa formazione potrebbe non piacervi, non perché non siano bravi ma il loro sound è talmente caratteristico che lo si può solo amare o odiare. Beh, diciamo che già questa dovrebbe essere una premessa per ascoltarli, per capire i vostri orizzonti musicale e perché no, ampliarli magari!
Il loro ultimo disco si intitola “Sveglia!” ed è composto da 7 tracce per una durata di 33 minuti. Il ritmo è sempre serratissimo e pieno di ironia, gli strumenti si alternano senza mai accavallarsi e la voce della cantante è splendida e perfetta per il ruolo che impersona,
Il tempo di arrivare all’ultimo brano e ricominciare, questo farete, ve lo garantisco. Quindi perché non dedicate una mezz’ora a questo giovane gruppo? Sono certo che troverà uno spazietto tra la vostra collezione di artisti preferiti.
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