Stella Sommer: l’astro nascente del cantautorato a tinte rosa
Su Stella Sommer gira davvero poco, nonostante questo suo esordio solista, intitolato 13 Kinds of Happiness, esca per la ben nota e influente label Domino. Di certo, sappiamo che questa tenera e graziosa cantautrice di Amburgo ha militato in due formazioni prima di mettersi in proprio e dare alle stampe il suo primo LP, per l’esattezza i Die Heiterkeit, band a quote rosa dal richiamo indie pop sbarazzino (ma non troppo), e il duo Die Mausis, progetto curato con Max Gruber dei Drangsal, formazione tedesca di stampo altamente new wave. Oltre tali poche informazioni, è arduo trovare ulteriori dettagli che possano fornire qualcosa di più intimamente intrigante su Stella Sommer. Elementi da cui trarre dettagli preziosi per tentare di cucire un profilo quantomeno esaustivo; tuttavia, a definire al meglio il suo carattere e soprattutto le proprie velleità compositive, è la sua stessa opera prima, densa di inquietudini personali miste a un forte richiamo verso la salvezza dai tanti istinti che affogano la coscienza nelle situazioni più disparate. E non è un caso che il titolo del disco offra una sorta di compendio su come inseguire la tanto decantata felicità. Per “raggiungerla”, Stella Sommer inanella una dietro l’altra perline che tanto rimandano all’oscuro calore dell’irraggiungibile Christa Päffgen, nota a tutti come Nico, storica musa della prima ora dei Velvet Underground di Andy Warhol, e tra le più innovative cantautrici dei ’70, con dischi assolutamente epocali come Chelsea Girl, The Marble Index e Desertshore.
Nel modo di cantare dell’ammiccante Sommer pervade la medesima propensione alla tonalità grave, e mai al più apprezzato falsetto di mitchelliana memoria; propensione che la porta spesso verso zone d’ombra di grande presa. Inoltre, la Sommer ricorda tanto anche una sua connazionale, la cantante/poetessa tedesca Andrea Schroeder, anch’essa mediamente attratta dal fascino irresistibile della miglior Nico. Tuttavia, nelle tredici canzoni contenute nel disco troviamo anche diversi momenti di totale distensione “pop”, come l’andatura sognante e conciliante di Do You Still love Me Now, così come passaggi di puro candore pianistico, vedi l’eccellente ballata romantica Birds of The Night, carica fino al midollo di melanconia; oppure la dolcissima I Had No Idea, allestita quasi a mo’ di americana, eccezion fatta per il tambureggiare in coda tutt’altro che prossimo allo stile in voga nei Duemila nei circuiti indie a stelle e strisce. Ma è nei momenti in cui spunta fuori in maniera dannatamente palese il parallelo con le sezioni ritmiche di Moe Tucker dei sopracitati Velvet Underground, e con gli accompagnamenti del rimpianto Sterling Morrison, altro membro della mitica formazione newyorchese guidata da Lou Reed e John Cale – de facto i creatori, nonché assi portanti del gruppo, soprattutto il primo -, quali Dark Princess, Dark Prince, che la faccenda punta a un’estensione stilistica decisamente attraente. Quindi, non solo cupezza e malessere, ma anche luce e abbandono della propria caverna. Ed è soprattutto quest’ultima necessità a regnare nei due minuti e mezzo di For a Loner, in cui spunta anche un supporto corale appena abbozzato. E se le parole segnalano una costante rivalsa e una profonda presa di coscienza, la musica poggia mediamente su accordi scarni, e sfumature dolcissime tratte con una strumentazione sostanzialmente classica.
La Sommer si muove tra un carezzevole trotto acustico (A Certain Glow) e una dimessa rassegnazione con il basso e la chitarra in armonioso contrasto, e un sassofono in coda mai invadente (Collapese-Collapsing). C’è spazio anche per il climax alienato e vagamente krauto di Boat On My River, mediante il quale la giovane songwriter tedesca dimostra di saper giocare bene ogni carta a sua disposizione, in particolar modo quelle che arrivano dal miglior passato rigorosamente in opposition dell’amata patria. Un legame indissolubile, al cui fascino è davvero impossibile resistere. Non resta dunque che attendere la definitiva consacrazione di questa piccola grande stellina del firmamento cantautorale odierno a tinte rosa, e augurarle un sincero viel glück für alles.
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