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Simone

Buongiorno Andrea, è un piacere averti come voce narrante del gruppo. Raccontaci come vi siete conosciuti e perché avete deciso di intraprendere “la strada delle band”.

Andrea

Buongiorno Simone, sarà un piacere poterlo raccontare a tutti i lettori!

Io, Marco e Alberto, rispettivamente voce basso e batteria della band, avevamo una cover band degli Arctic Monkeys fra la terza e la quinta liceo. Conoscevo Manolo più o meno di vista, ci incontravamo sul tram dopo scuola e parlavamo spesso di musica. Personalmente lo ammiravo tantissimo per le sue doti di chitarrista che nel giro erano ben conosciute. Nel frattempo io, Marco e Alberto ci eravamo stancati delle solite cover e avevamo una voglia matta di scrivere roba nostra; Manolo allo stesso tempo aveva una gran voglia di formare una band e quindi è venuto tutto molto facile. Ci siamo trovati bene subito e nel giro di pochi mesi avevamo pronto il primo EP. In inglese, più o meno.

Simone

Perché avete scelto di suonare questo genere musicale?

Andrea

Non l’abbiamo cercato più di tanto il genere, potremmo dire che è venuto naturale. Venivamo tutti e quattro da background musicali molto simili, ma ognuno con i suoi gusti, le proprie preferenze.

Quando io e Manolo abbiamo proposto le prime canzoni scritte da noi, il gruppo ha reagito molto bene. I primi quattro brani erano molto lineari, e ogni componente della band ha portato il proprio contributo. Alla fine ci siamo trovati tutti d’accordo sulle scelte stilistiche intraprese e abbiamo deciso che valeva la pena continuare. Decisamente!

Simone

Cosa vi attrae di questo sound e quali artisti vi hanno ispirato?

Andrea

Sicuramente gli artisti che ci hanno formato, anzi più che formato direi che ci hanno fatto venire voglia di scrivere dei pezzi nostri e di suonare insieme, sono stati gli Arctic Monkeys, gli Strokes, ma anche gli Incubus e i Biffy Clyro. Ce ne sono moltissimi altri fra cui molti gruppi italiani.

Simone

Descrivi come create i nuovi testi e le musiche, se c’è uno di voi addetto alla stesura o lo fate tutti assieme, racconta questo momento magico.

Andrea

I testi di quest’ultimo EP in uscita li ho scritti tutti io, è una passione che è venuta fuori pian piano, ma che mi sta piacendo sempre di più, e a quanto pare anche gli altri membri del gruppo sono contenti. Per me è molto importante che tutti condividiamo cosa c’è scritto nelle nostre canzoni, cosa vogliamo comunicare al di sopra della musica, e per ora siamo completamente soddisfatti del risultato.

A livello strumentale io e Manolo portiamo le idee in sala prove, che puntualmente Marco e Alberto (sezione ritmica) ristrutturano da capo a piedi. E ci piace tanto sta cosa qua, perché si sente il contributo di tutti in modo forte. È questo che ci ha portato ad avere un sound omogeneo e ben strutturato.

Simone

Il panorama delle band emergenti è un argomento ostico in questo momento storico, cosa ne pensate delle band emergenti e come pensate vengano recepite dal pubblico?

Andrea

Siamo molto fiduciosi. C’è tanta voglia di ascoltare roba “che viene dal basso”, e c’è tanta voglia di dire qualcosa. Quindi siamo contenti di provarci con la nostra musica. In ogni caso emergere è veramente difficile.

Simone

Mi trovi completamente d’accordo, è difficile farsi vedere al giorno d’oggi. Sebbene i social network siano una forte spinta, la cultura musicale sta venendo a mancare e non sempre si trovano i canali giusti per farsi ascoltare. Ma c’è anche tanta gente che cerca nuovi sound, me compreso, e si interessa al panorama delle band emergenti più che a quello che passa in radio. Beh, che dire, vi siete meritati una bella recensione dell’album!

La Band
  • Andrea Zanni, chitarra e voce
  • Manolo Liuzzi, chitarra
  • Marco Villa, basso
  • Alberto Piccioni, batteria
Curiosità

Raccontano durante l’intervista:

“Ci eravamo iscritti a un contest al quale ci presentammo in tre: io, Marco e Alberto, riarrangiando i brani come potevamo. In palio c’era la possibilità di aprire una data degli Zen Circus, quindi eravamo gasati già solo per questo. In realtà, “a nostra insaputa”, stavamo gareggiando anche per un altro contest, perché non avevamo letto il bando fino in fondo e quindi non ci avevamo fatto caso. Quando finimmo di suonare si avvicinò un ragazzo che ci disse che avevamo vinto il premio di “Uniradio Music festival” e che avremmo aperto ai Canova, band che tra l’altro amiamo parecchio. Noi non capivamo il motivo di tutto questo, perché eravamo lì per gli Zen circus, quindi fu davvero una bella sorpresa. Manolo tornò dalla Finlandia a fine Erasmus e tre giorni dopo dovevamo aprire il concerto dei Canova a Cesena, dove sicuramente ci sarebbero state qualche centinaio di persone, ma non ci vedevamo da più di 5 mesi, e la prima cosa che facemmo fu quella di correre in sala prove per preparare il live più in fretta possibile. E niente, fu una figata perché non avevamo mai suonato davanti a così tanta gente e andò davvero bene.”

Tranquilli,
“È tutto normale”

I Balto sono un gruppo giovane dove in modo omogeneo si fondono sound influenzati dai migliori artisti degli ultimi anni. Potrei raccontarvi di tutti i loro brani ma voglio concentrarmi su “Mi piacerebbe tanto ballare”, singolo pubblicato in attesa del loro ultimo album “È tutto normale”.

Se lo cercate su Spotify la prima cosa che vi salterà all’occhio sarà una immagine di copertina fuori dal comune, la perfetta contrapposizione dello sfondo azzurro all’arancione del palloncino in primo piano cattura immediatamente l’occhio e rimane impresso nella mente. Non è un elemento banale, la copertina vende il pezzo ancora prima di ascoltarlo, insegnano i grandi del passato.

Il brano ha un ritmo veloce e piacevole, si sente che tutti gli strumenti sono perfettamente coordinati e la voce del cantante è quella che si vorrebbe sentire per questo pezzo: graffiante e arrabbiata al punto giusto.

Il testo è molto bello e ad ascoltarlo un paio di volte rimane in testa per la sua semplicità e efficacia.

Insomma i Balto sono un gruppo emergente che scommette su se stesso, facendo “all in” contro un tavolo di professionisti, non so voi, ma io rialzo e vado a vedere.