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Intro

Nel mare di esordienti, più o meno bravi, ci navigo ormai da qualche anno, ma il 2017 è stata un’ottima annata a quanto pare e ha dato vita al bravissimo Beozzi.

In realtà Fabio Beozzi non è un artista di primo pelo, ma sta mettendo i piedi con la giusta leggerezza nelle nostre playlist e sono sicuro che non riuscirete a smettere di ascoltarlo!

Simone

Ciao Fabio, è un piacere intervistarti per questa rubrica. So che suoni da molto tempo, hai voglia di raccontarci come tutto è iniziato?

Beozzi

Ciao Simone e grazie per questa splendida occasione. La mia carriera è iniziata partecipando per anni a vari progetti musicali, come cantante a volte come pianista altre. Di questi progetti qualcuno è stato interessante, ma molti li definirei “evitabili”, contemporaneamente ho esplorato molti arrangiamenti e generi musicali che neppure si toccano fra loro, senza particolare pregiudizio, per bagaglio culturale e passione.

Poi, circa quattro anni fa, ho conosciuto Davide Chiarello e la sua chitarra (in realtà le sue molte chitarre) e gli ho proposto di creare insieme a me il progetto lavorativo che abbiamo chiamato “TheBOXmusicsession”. Eravamo un duo che grazie all’utilizzo della loop station proponeva varie cover riarrangiate. Il sound che sperimentavamo ci soddisfaceva, ma mancavano le percussioni e così abbiamo inserito l’amico Vito Miccolis (che ha suonato per molti gruppi tra cui Tribà).

Dopo un’estate intensa nella quale abbiamo suonato 42 live in soli due mesi,  si è aggiunto al gruppo Luciano Saracino, bassista che ha avuto esperienze con Ramazzotti, Tullio de Piscopo, Pino Daniele ed era fresco di tour con Sagi Rei. Con lui abbiamo suonato per un altro anno; la formazione in quattro, ci ha portato per un periodo ad alternare le percussioni alla batteria in una chiave totalmente libera da sequenze, e alla fine nel mese di luglio è arrivato il simpatico e bravissimo Maurizio Plancher, che con il maestro Martelli, a differenza del sottoscritto con cui aveva avuto interessanti match, ha registrato la sigla di Casa Vianello e Gran Prix).

A quel punto, siccome nelle serate con “TheBOX” ho spesso cantato qualche mio brano e la risposta del pubblico è sempre stata positiva, si è deciso di usare la stessa formazione anche per il mio disco solista, ad eccezione di Maurizio che purtroppo in quel periodo non era ancora nella formazione in pianta stabile.

Simone

Cavolo, una bella gavetta e soprattutto molti live, adesso capisco perché nei tuoi brani si percepisce quel senso di “maturo” che in molti esordienti manca. Ma tornando a noi, perché hai scelto questo genere musicale e non un semplice pop?

Beozzi

Beh, sia io che i miei amici abbiamo suonato tanta musica diversa, ma in realtà il progetto è stato costruito sul mio stile che si basa sul “Rhodes”. I suoni sono abbastanza lontani dal pop italico, piuttosto uniformato, ed è stato influenzato da una direzione a tratti più rock, grazie alle chitarre di Davide (che sebbene abbia suonato parti scritte da me, vi ha inserito il suo personale tocco), arrivando a un risultato che mi rispecchia completamente.

Simone

Considerando che non sei un artista alle prime armi, mi viene voglia di chiederti quali artisti ti hanno ispirato. Sorprendici!

Beozzi

Personalmente ho adorato gli Zeppelin e in generale la musica anni 70, mi sono cibato indiscriminatamente del bello in ogni genere: partendo dai Prodigy, passando per Ben Harper, fino alla musica aliena di Hiromi.

Sono davvero troppi gli artisti che hanno fatto cose meravigliose per elencarli tutti, anche ora ci sono tante cose interessanti, adoro Nutini, ma anche i Mumford, non disdegno il mondo Grunge e le sue evoluzioni così come il metal di qualità.

Mi piace la buona musica in ogni suo genere. In Italia, dopo la magica epoca dei cantautori, è più facile trovare cose stupende nel sottobosco: c’è una scrittura splendida nei cantautori romani, ci sono cose forti nel mondo indie che annusa il mainstream, insomma se uno non fa il nostalgico o il monotematico direi che di materiale per procurarsi piacere ne ha!

Simone

Mi trovi completamente d’accordo, io in quel sottobosco ci sbircio ogni giorno, e sono davvero entusiasta di trovare grande entusiasmo e tanto talento. Eppure la parte cruciale di ogni composizione, a maggior ragione di questi tempi, è il testo. Come crei i tuoi componimenti? Hai delle fonti che ti ispirano?

Beozzi

Io sono un musicista atipico a dire il vero, perché vivo gli spazi aperti. Vivo la mia vita tra la montagna e il mare, e in questi ambienti pratico attività come l’alpinismo e lo sci sulle grandi pendenze, o il surf ed il windsurf, ogni tanto scendo a Torino e  sguazzo tra le sue rughe e nei suoi colori misteriosi.

Ho vissuto un sacco di vite, non mi sono fatto mancare nulla, ho frequentato e voluto bene a santi e sbandati, non riesco a stare fermo, devo sempre essere a chiodo ed è chiaro che questo non esula dalle difficoltà del quotidiano e dal fatto che purtroppo assorbo ciò che capita attorno a me come una spugna, nel bene e nel male e questo ovviamente si riflette in ciò che scrivo.

Non ho una regola precisa, ci sono testi che escono di getto, di solito scrivo un sacco di frasi sul telefono o su foglietti, altre volte prendo la chitarra o accendo il piano elettrico o lavoro su un pezzo per giorni cambiandolo in continuazione.

Curiosità

Beozzi ci racconta, ridendo, durante l’intervista:

“Due anni fa mi capitò l’occasione di aprire un concerto di Jack Savoretti,  gli avevo inviato dei brani tramite un contatto e lui aveva apprezzato il sound, avevamo comunicato anche con l’agenzia che gestiva i suoi live e il responsabile aveva espresso  apprezzamento per le mie canzoni. Era tutto a posto ma una settimana del concerto la cantante Violetta, che per contratto apriva tutti i suoi live ma in Sardegna non avrebbe dovuto esserci, decise di farsi questa trasferta e così tutto andò a rotoli. Andai comunque a salutarlo e fui successivamente preso in giro dagli amici per parecchio tempo!”

Simone

Non sei il solo sulla piazza, la concorrenza è alta grazie alle moltissime piattaforme digitali. Cosa pensi delle altre band emergenti e del panorama musicale di questo periodo? C’è spazio per nuovi artisti oggi?

Beozzi

Ho amici che scrivono bene e sono ottimi musicisti, ma sinceramente nelle pagine di divulgazione della musica indipendente raramente sento cose interessanti.

Credo che gli artisti ci siano ma manchi la voglia di uscire dal piccolo recinto attorno casa. In Inghilterra in classifica va un George Ezra che a 23 anni fa uscire un disco maturo, trovi le super band, trovi il folk, l’elettronica, ecc. Insomma trovi il bello in ogni genere. Nei localini suonano band preparate o ispirate che fanno cover, ma anche musica inedita, esattamente come hanno fatto tutti i grandi che poi hanno preso il volo.

Qui da noi il problema è alla base: ci sono quelli che suonano ogni sera “Knocking on Heaven’s door”,  in giro ci sono ormai più  Tribute Band che artisti che vogliono raccontare i loro testi.  Non si ascolta la musica ma si sputtana la musica! Chi ama il rock sputa sul pop, chi suona funky magari non ha mai studiato il soul, c’è gente che esegue cover di black music cantando avanti! Ci sono una marea di ragazze che vanno ai concorsi canori e si presentano con un brano di Giorgia o della Franklin ed hanno una tecnica vocale approssimativa e poco timbro.

Dall’altra parte non mi sembra ci siano grandi possibilità per un emergente, anche se bravo, di essere ascoltato dalle major che a quanto sembra ora guadagnano più dai talent che dalla ricerca di musica interessante. Negli ultimi tre anni ho notato un prepotente conformismo nelle produzioni pop che arrivano alle grandi radio e questo è un po’ triste perché appiattisce artisti che al di là dei gusti, hanno delle qualità e una indiscutibile preparazione.

Io sono molto più interessato a suonare sul palco, mi piacerebbe arrivare a portare in giro solo brani miei e soprattutto avere la possibilità di aprire nella chiave più adatta (in formazione o in acustico) qualche live di artisti con un buon pubblico o che stimo: come ad esempio Max Gazzè, che ad ogni concerto riesce a lasciarmi a bocca aperta per quanto sia bravo.

Simone

Grazie per questa bellissima intervista e non dimenticare che Gazzè ha lanciato Levante ancora prima che il pubblico la scoprisse, quindi ti faccio un enorme in bocca al lupo per la tua musica!
E adesso ecco il mio personalissimo parere sull’album di Beozzi, “Il mio orizzonte”.

L'album

Il disco di Beozzi mi è capitato tra le mani durante una delle mie ricerche musicali, ho iniziato ad ascoltarlo e immediatamente mi ha colpito la voce di Fabio, il cantante. Le sue tonalità calde e la cadenza piacevole sono state ciò che mi ha spinto a approfondire il disco e il suo autore.

In modo particolare la title track “Il mio orizzonte”, è a mio dire il brano più riuscito del disco: apre le danze con un rock pacato e controllato, che si scatena nella voce di Beozzi accompagnata da una piacevolissima chitarra. Il testo è articolato e ben strutturato e fa venire voglia di cantarlo, ricordandomi le belle canzoni ritmate degli anni 90 che erano un costante tormentone.

A seguire si continua con “Fino a sera” e “La strega”, due brani agli antipodi, che dimostrano l’eterogeneità musicale del cantante e il suo modo molto personale di parlare dei sentimenti. Arriva poi “La zona parallela” graffiante e veloce, a cui si accoda “Fradici momenti”, che ho apprezzato per la sua dinamicità: parte in acustica arricchendosi di suoni man mano che la si ascolta.

Chiudono il disco “Ancora un istante”, “Non guardarmi dentro” e “I miei vampiri”, tre brani dal testo eccezionale che esprimono al meglio il talento di Beozzi. Infine, su Spotify e spero anche nel cd fisico, conclude il tutto una bellissima bonus track “Riprovo a respirare”, un brano che esalta il testo con musiche lente e che incitano a riflettere, a trovare una calma interiore. La chitarra classica pizzica le note con leggerezza, accompagnando la voce di Fabio e le sue rime delicate.

“Il mio orizzonte” è un disco che apprezzerete se amate le voci pulite e i suoni controllati, stravolti da momenti di rock divertenti e appaganti. Da ascoltare leggendo un buon libro.

Spero che anche questo album possa emozionarvi e darvi la carica di ascoltare sound sempre nuovi! Ci vediamo martedì con un nuovo, bravissimo, esordiente!