Donne Rocker

La forte personalità di Wanda Jackson le consentì di farsi spazio in un mondo – quello del rock’n’roll/rockabilly – dominato da uomini. Il suo non fu certo un successo clamoroso, ma, in ogni caso, il suo piccolo exploit consentì anche ad altre rocker di avere un po’ di visibilità.

Una delle più intriganti fu sicuramente Janis Martin, che proveniva da Sutherlin, Virginia, dove era nata il 27 marzo del 1940. Ancor prima di compiere sei anni, aveva iniziato a cantare e a strimpellare la chitarra, ispirata dall’ascolto dei dischi di Eddy Arnold e di Hank Williams che giravano sul piatto del giradischi dei suoi genitori. La sua carriera fu lanciata da una serie di contest vinti, cosa che gli consentì di entrare tra le fila dell’Old Dominion Barndance.

All’età di quindici anni registrò il suo primo singolo, l’esuberante “Will You Willyum”, accompagnato sul retro da un’ancora più trascinante “Drugstore Rock and Roll”, che la Martin aveva scritto in appena dieci minuti, pensando al drugstore dove lei e le sue amiche si riunivano dopo la scuola. Il testo era caratterizzato da tutta una serie di giochi linguistici:

Rock-bop-jump-thump, rock ‘n’ roll
Drugstore’s rockin’, rock-rock
Couples are boppin’, bop-bop
Jukebox jumpin’, jump-jump
Feet keep thumpin’, thump-thump
Drugstore’s real gone man
Rock-bop-jump-thump, rock ‘n’ roll

La Martin pose fine alla sua carriera all’età di ventuno anni, dato che si era sposata e aveva avuto anche un figlio. Lasciò, comunque, un discreto gruzzolo di brani che le valsero l’appellativo di “The Female Elvis”.

Anche Charline Arthur (Henrietta, Texas, 2 settembre 1929) aveva iniziato come cantante country, salvo poi registrare un paio di brani che, col senno di poi, possono essere definiti con il termine di proto-rockabilly (“He Fiddled While I Burned” del 1954) o come convinte adesioni a quel genere (“Burn That Candle”).

Nel 1956, la Sun Records pubblicò “Welcome to the Club” / “I Won’t Be Rockin Tonigh”, il singolo di una nuova cantante, Jean Chapel (nata Opal Jean Amburgey a Neon, Kentucky, il 6 marzo del 1925), che incise anche “Oo-Ba La Baby”, un altro singolo caratterizzato da un’adamantina freschezza.

Legate alla Sun Records erano anche le Miller Sisters, che nel 1956 si tolsero lo sfizio di registrare un brano di delizioso come “Ten Cats Down”.

L’etichetta di Sam Phillips trovò in Barbara Pittman (Memphis, 25 aprile 1943) una delle più convincenti rocker del periodo. La Pittman aveva frequentato, da bambina, la stessa scuola di Elvis Presley e la sua famiglia conosceva bene quella di quest’ultimo.  Poco più che adolescente, aveva suonato in diversi posti al seguito dell’attore e cantante di musica western Lash LaRue, un’esperienza che rafforzò la sua personalità e che le permise di dare il meglio di sé quando, nel 1956, registrò il suo primo singolo, “I Need A Man”, un rockabilly caustico e anti-femminista. Altre incursioni in quei territori furono “I’m Getting Better All the Time” (lato B della romantica ballata “Two Young Fools in Love“), “Sentimental Fool” ed “Everlasting Love”.

Secondo Max Decharné, «la palma per il più scatenato pezzo rockabilly di una donna degli anni Cinquanta» deve essere assegnata a Joyce Green (Bradford, Akansans, 2 marzo 1940) per la sua “Black Cadillac”, che uscì nel 1959 come lato B del suo unico singolo. “Black Cadillac” è un brano rumoroso e vibrante, disegnato dalle chitarre di Benny Kuykendall e Tommy Holder e solcato dai tocchi honky-tonk del pianoforte di Terry Redell. Su tutto, comunque, domina la voce viscerale della Green, che illustra in che modo, un giorno o l’altro, festeggerà la morte del suo inetto amante:

I’ll hire a black Cadillac
To drive you to your grave
I’m gonna be there baby
Throw that mud in your face
I’m gonna ride to your funeral
Daddy, in a black Cadillac
Oh yeah, you think you are
Oh baby, but you can’t come back

Noleggerò una Cadillac nera
Per portarti verso la tua tomba
Ci sarò, baby
Lancerò quel fango sul tuo viso
Andrò al tuo funerale
Paparino, in una Cadillac nera
Oh sì, pensi di essere
Oh baby, ma non puoi tornare indietro

Pochi testi dell’epoca possono competere, in fatto di humor nero, con quello di “Black Cadillac”.

Polistrumentista e ribelle, Sparkle Moore (nata Barbara Morgan a Omaha, Nebraska, il 6 novembre 1936), iniziò a registrare i suoi primi brani tra le mura domestiche, utilizzando un piccolo, rudimentale registratore. Grazie a quei demo, convinse un DJ locale a darle una mano nel tentativo di ottenere un contratto discografico, cosa che accadde nel 1956, quando fu contattata dalla Fraternity, un’etichetta di Cincinnati. Ne uscì il singolo “Rock-A-Bop” / “Skull and Cross Bones“, un piccolo concentrato di rockeggiante energia al femminile che le valse i soliti paragoni con Elvis Presley. Prima di ritirarsi dalla scena, appena un anno dopo, la Moore riuscì a pubblicare ancora un altro singolo (“Killer” / “Tiger”) e ad andare in tour con Gene Vincent.

La tredicenne Lorrie Collins (originaria dell’Oklahoma) si divertì, invece, a cantare e a suonare rockabilly nei Collins Kids, il duo che aveva formato insieme al fratello che di anni ne faceva contare appena undici e che suonava una chitarra a doppio manico con grande perizia. “Beetle-Bug-Bop”, loro primo singolo, era davvero scoppiettante ed era accompagnato sul lato B da una “Hush Money” che ripescava anche umori hillbilly.  Altri classici sono “Rockaway Rock”, “Hop, Skip and Jump”, “Hoy Hoy”, “Whistle Bait” e “The Lonesome Road“.

Tra il 1957 e il 1958, l’oscura Patsy Holcomb registrò per la Sun Records un paio di brani di rockabilly che restarono inediti per molti anni: “I Wanna Rock” e “Ooh, That’s Good“, entrambi contraddistinti da un’andatura saltellante.

Per la Decca, invece, Mimi Roman pubblicò “Little Lovin’”, un brano che le riviste specializzate non esitarono a far cadere sotto l’influenza del solito Presley. Un nome, quest’ultimo, che tornò buono anche a proposito di Alis Lesley, artefice di un solo singolo, “He Will Come Back To Me” / “Heartbreak Harry” (1957), in cui era soprattutto il lato B a declinare il rockabilly in maniera convincente.

Altre donne che si confrontarono con il rockabilly furono Brenda Lee (che a quattordici anni registrò “Rock The Bop”), Rose Maddox (che pennellò l’eccitante “Wild Wild Young Men“), le Davis Sisters (“Rock-A-Bye Boogie”, forte di un ritmo trascinante, di armonie vocali e chitarre trattate con l’eco), Anita Carter (niente male la sua “He’s A Real Gone Guy”, che riadattava alla nuova moda uno standard di Nellie Lutcher), Little Rita Laraine (autrice di “Stop”, propulsa da un frenetico ritmo honky-tonk), Joyce Poynter (la sua “Chilli Dippin’ Baby” utilizzava la metafora del cibo per parlare di sesso), Barbara Tennant (che in “Rock Baby Rock” si scatena a dovere), Elaine Gay (“Rock Love”), senza dimenticare Coleen Frazier (“Your Mama’s Here”), Nancy Dawn (“Glue Me Back, Jack”, registrata insieme a The Hi Fi Guys), Joyce Allen (“Baby Oh Baby”) e la canadese Vanda King, che nel 1958, per la Apex, una piccola etichetta di Lachine, Quebec, incise una “Ooh, Whatcha Do” che poteva contare su di un irresistibile groove.

All’epoca, i giovani difficilmente spendevano i proprio soldi per i singoli rockabilly di cantanti donne. Tuttavia, alcuni dei brani che qui abbiamo analizzato restano tra i più interessanti di quell’epoca.

Playlist d'Autore

Janis Martin – The Female Elvis: Complete Recordings 1956-60 (compilation, 1987)

Charline Arthur – “He Fiddled While I Burned”
Charline Arthur – “Burn That Candle”
Jean Chapel – “Welcome to the Club”
Jean Chapel – “I Won’t Be Rockin Tonigh”
Jean Chapel – “Oo-Ba La Baby”
Miller Sisters – Ten Cats Down
Barbara Pittman – “I Need A Man”
Barbara Pittman – “I’m Getting Better All the Time”
Barbara Pittman – “Everlasting Love”
Barbara Pittman – “Sentimental Fool”
Joyce Green – “Black Cadillac”
Sparkle Moore – “Rock-A-Bop”
Sparkle Moore – “Skull and Cross Bones”
Collins Kids – “Beetle-Bug-Bop”
Collins Kids – “Rockaway Rock”
Collins Kids – “Hop, Skip and Jump”
Collins Kids – “Hoy Hoy”
Collins Kids – “Whistle Bait”

Collins Kids – “he Lonesome Road”
Patsy Holcomb – “I Wanna Rock”
Patsy Holcomb – “Ooh, That’s Good”
Mimi Roman – “Little Lovin'”
Alis Lesley – “Heartbreak Harry”
Heartbreak Harry – “Rock The Bop”
Rose Maddox – “Wild Wild Young Men”
Davis Sisters – “Rock-A-Bye Boogie”
Anita Carter – “He’s A Real Gone Guy”
Little Rita Laraine – “Stop”
Joyce Poynter – “Chilli Dippin’ Baby”
Barbara Tennant – “Rock Baby Rock”
Elain Gay – “Rock Love”
Coleen Frazier – “Your Mama’s Here”
Nancy Dawn – “Glue Me Back, Jack”
Joyce Allen – “Baby Oh Baby”
Vanda King – “Ooh, Whatcha Do”

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