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Intro

Un sound folk misto a testi complessi fanno di Felloni un artista godibilissimo in ogni occasione. Che stiate andando al lavoro o facendo sport, vi accompagnerà senza stancarvi di premere il tasto “repeat”.

Simone

Buongiorno Emilio, è un piacere poterti intervistare, ho scoperto il tuo album e me ne sono innamorato, quindi vorrei raccontassi a me e ai lettori come è nata questa tua carriera da solista.

Felloni

Ciao Simone e buongiorno a tutti i lettori.

Allora, vado dritto al sodo: il progetto Felloni nasce come cantautore nel 2010, dopo anni di collaborazioni con varie band locali. Da quel momento iniziò il mio percorso individuale, che prevedeva composizione e scrittura di nuovi brani completamente inediti, mirati a un progetto solista che volevo fosse di grande qualità.

Dopo una prima stesura non ancora definitiva di cinque brani, decisi durante una serata tra amici di farli ascoltare a Gianluca Valdarnini, ex membro di una delle band in cui ho suonato e che negli anni ha intrapreso un percorso che lo ha trasformato in fonico, arrangiatore e produttore. Dopo un primo ascolto Gianluca mi propose di iniziare una collaborazione, quella collaborazione che ha portato alla realizzazione dell’album “Il punto di non ritorno”.

Simone

Come è venuto fuori questo genere musicale, lo hai cercato tu stesso o è uscito naturalmente?

Felloni

In realtà non ho mai scelto di suonare un genere musicale nello specifico, ho soltanto scritto e messo in musica quello che al momento stavo vivendo emotivamente. Quello che ne è conseguito è stato del tutto naturale, in altre parole la vena folk è uscita senza chiedere il permesso, dal momento che i brani sono nati con il solo ausilio della chitarra acustica.

Simone

Si sente che nella tua musica c’è studio e passione, quindi sono curioso di sapere quali artisti ascolti di solito, e quali sono la tua fonte di ispirazione.

Felloni

Partirei citando gli artisti che negli anni mi hanno regalato delle belle emozioni. Tra questi: Grant Lee Buffalo, Tom Petty, Suzanne Vega, Rolling Stones, Jeff Buckley, The Jayhawks e Blind Melon.

In particolare quello che mi attrae di questi artisti è il massiccio utilizzo di strumenti musicali come il Banjo, il Mandolino, la Chitarra a dodici corde e il Violino. Tutti strumenti musicali che hanno accompagnato l’immaginario della mia infanzia mentre incollato alla TV guardavo film Western.

Simone

Un repertorio di artisti a cui non si può recriminare proprio nulla, anche io adoro Jeff Buckley. Ma tornando a noi, raccontaci di quando scrivi i testi e le musiche, come fanno a venire fuori? I tuoi brani sembrano molto naturali.

Felloni

In effetti hai ragione, i miei brani nascono nell’intimità della mia casa, quando mi lascio andare suonando la chitarra acustica mentre cerco la giusta melodia su cui scrivere le parole che spingono per uscire.

Nei miei brani parlo dei sentimenti che ogni essere umano deve affrontare ogni giorno della sua vita, sentimenti che possono unire tanto quanto dividere.

Una volta che il testo è pronto inizia il lavoro di arrangiamento, con Gianluca, per trovare così il “giusto vestito” alla canzone.

Curiosità

Felloni esordisce con l’album “Il punto di non ritorno”.

L’album composto da nove brani, in uscita per Soffici Dischi/Audioglobe racchiude la contaminazione, tra scuola cantautorale italiana ed il sapore Folk/Rock di matrice anglosassone, che ha ispirato l’artista dagli albori della sua attività, fino ad oggi.

L’album è anticipato dal singolo e videoclip “L’attimo prima del volo”.

Simone

Non sei l’unico artista emergente di questi tempi, cose ne pensi in generale di questo mondo in cui ti sei gettato, e delle band esordienti?

Felloni

Sicuramente esistono in questo paese realtà musicali degne di nota ma che, nonostante tutte le possibilità che il mercato digitale e globalizzato oggi possa dare, non trovano riscontro e collocazione in format di grandi dimensioni.

Lo spazio c’è, lo spazio esiste, è solo un po’ più difficile da conquistare, oggi.

Simone

Finisce qui la nostra intervista, adesso tocca a me parlare di te e della tua musica, e lo farò con grande piacere! Grazie per aver partecipato alla rubrica di Hive Music!

L'album

“Il punto di non ritorno” non è solo un bell’album, mi ha suscitato delle piacevoli emozioni ascoltandolo, portandomi a voler risentire senza sosta molti dei suoi brani.

Il disco apre con “L’attimo prima del volo”, una canzone dal testo profondo accompagnata da un ritmo ricco, dove molti strumenti fanno da sfondo disegnando il panorama interiore che il cantante descrive a parole. Questo si ripercuote anche sui brani successivi, mostrando quanta preparazione e studio c’è dietro questo album.

“Quello che ha un senso” è il secondo brano e accelera il ritmo inserendo nuovi strumenti, spingendo ad ascoltare anche i successivi “Sottile” e “Unico”. Seguono “Svanire così”, “Mare d’incanto” e “Il giullare”. Quest’ultima in particolare è più ritmata delle precedenti, due brani che spezzano il ritmo precedentemente intrapreso così da non avere sempre lo stesso ritmo brano dopo brano. Infine “Scivoli” e “DNA” chiudono il disco, lasciando una vena malinconica dietro di loro, finendo di raccontare la storia iniziata con la prima canzone.

Il bello di quest’album è che è sempre fedele a se stesso, traccia una linea e la percorre dall’inizio alla fine senza mai divagare, eppure i nove brani di cui il disco è composto si susseguono veloci, per una durata totale di poco più di trenta minuti.

L’ascolto è piacevole perché il cantante non esagera mai con la voce, restando fedele al suo stile per tutto il tempo.

Personalmente mi ha trasmesso un senso di tranquillità pur essendo denso di contenuti che raccontano grandi tempeste interiori, quelle che prima o poi abbiamo vissuto tutti; ma lo fa con quella leggerezza che non te lo fa pesare, pare dire “è acqua passata, non dimenticarla ma accettala”.

Ringraziamenti
  • Emilio FelloniVoce, Cori, Chitarre
  • Alessandro De CrescenzoChitarre
  • Andrea NeriChitarre
  • Manuel SchicchiBanjo, Mandolino
  • Ronny AgliettiBasso
  • Daniele CerofoliniBatteria e Percussioni
  • Alessandro SpadiniBasso su DNA
  • Alessandro CicilianiCajon su DNA
  • Gianluca ValdarniniChitarre, Banjo, Mandolino, Programmazioni