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Intro

Bentornati alla rubrica Rising Stars di Hive Music! I nostri orizzonti sono in continua espansione, e questa settimana parliamo di un gruppo rock esordiente davvero ben preparato! Intervistiamo i The Basquiats!

Simone

Benvenuti anche a voi in questa rubrica cari The Basquiats! Mi ha molto emozionato il suono rockeggiante del vostro ultimo album, così mi è venuta voglia di intervistarvi e chiedervi: come è nato tutto?

The Basquiats

Ciao Simone, intanto grazie per questa opportunità.

Il progetto è stato fondato a Niscemi nel 2016 da uno dei due chitarristi, Dario Galesi, e da me, il bassista. Noi due abbiamo fatto parte di una band di inediti e cover nel 2009. Quando questo gruppo si è sciolto io e Dario abbiamo continuato a lavorare su dei nostri brani, spesso a distanza, spesso a notte fonda, perché il nostro più grande sogno è sempre stato quello di far conoscere la nostra musica e portarla a un livello più alto. Nel corso degli anni abbiamo suonato con diversi musicisti, ma non siamo mai riusciti a consolidare il nostro progetto. Poi, a inizio 2016, Dario ha composto due nuovi brani molto energici, e ha chiesto ad alcuni musicisti se avessero voluto suonare con noi. In un primo momento si sono uniti a noi Mario, il cantante, e Danilo, batterista, poi si è aggiunto a questa piccola famiglia anche il chitarrista Adriano, detto “Drino”.

Si trattava di ragazzi che conoscevamo da una vita ma che, per altri progetti musicali o esperienze di vita all’estero, non erano stati disponibili fino a quel momento. Tutti e tre si sono mostrati da subito davvero entusiasti per quelle canzoni e abbiamo passato svariate ore in sala prove a perfezionarle e, ovviamente, a divertirci tra birre, insulti e sigarette.

A poco a poco sono nati dei nuovi brani e io e Dario ne abbiamo proposto qualcuno di quelli che avevamo creato insieme anni prima. In questo modo ha preso forma “Blinding Lights”, il nostro primo album, che ha visto la luce lo scorso agosto grazie soprattutto all’infinito impegno di Dario, che dopo interminabili ore di studio sui software si è occupato delle registrazioni, del missaggio e del mastering dei brani.

Simone

Potrei dire che certe formazioni non si creano per caso, ci vuole quell’alchimia particolare e rarissima che dà vita alla band. Lo stesso, secondo me, vale per il genere che si sceglie di suonare, come mai la scelta del rock?

The Basquiats

Il rock ha sempre fatto parte delle nostre vite. Ci ha accompagnato durante la crescita e ci ha fatto crescere. Ci ha aiutato nei nostri momenti peggiori, quando ci sentivamo incompresi o soli, tendendoci una mano d’aiuto. Ci sentiamo bene quando lo ascoltiamo e ancora di più quando lo suoniamo. C’è qualcosa di mistico in questo genere, come se ti conoscesse bene e sapesse sempre di cosa hai bisogno. Vi capita mai di passare un brutto periodo e ascoltando una canzone vi sembra che stia parlando di voi? Noi vorremo trasmettere questo.

Curiosità

Per la realizzazione del loro secondo videoclip “Jackals in disguise”, Alessio ha lavorato ininterrottamente per due settimane, scattando più di 4500 foto da montare in stop-motion. È andato avanti a tramezzini, caffè e sigarette e in più di un’occasione ha quasi perso il contatto con la realtà. Dice che è stato comunque divertente.

Simone

Mi rispecchio nella vostra filosofia appieno, ascolto musica fin da quando ero giovanissimo e ho sempre preferito generi “belli tosti”, come il rock e tutte le sue varianti. Ciò che mi ha sempre attratto di questo genere è la sensazione che il cantante, e il gruppo assieme a lui, sfoghi i suoi più indomiti sentimenti. E a voi? Che effetto fa?

The Basquiats

Ciò che ci attrae maggiormente è la scarica elettrica che ci attraversa quando ascoltiamo la distorsione di una chitarra, il ritmo serrato di una batteria, le vibrazioni di un giro di basso. Anche per questo motivo abbiamo adottato la scelta di usare tre chitarre nella nostra formazione. Vogliamo creare un impatto, un muro sonoro. A noi piace molto l’idea di curare il nostro sound. È un processo costante e ci permette di crescere personalmente e come band.

Inizialmente ci aspettavamo più difficoltà nel creare un amalgama nel suono, provenendo da generi abbastanza diversi tra loro, mentre alla fine ci siamo divertiti nell’inserire elementi dei propri background musicali all’interno dei nostri brani. Ad esempio io sono molto legato al genere nu metal, Dario all’indie, al grunge e all’alternative rock, Drino al trash metal e al prog, Danilo all’hard rock e al metal, Mario al cantautorato italiano.

Abbiamo preso alcuni aspetti delle nostre influenze musicali e le abbiamo incorporate nei nostri lavori. Se dovessimo elencare tutti gli artisti che ci hanno ispirato, l’intervista diventerebbe decisamente troppo lunga ma, facendo una cernita, certamente non possiamo non citare Kurt Cobain, Jonathan Davis, Dimebag Darrell e, soprattuto, Dave Grohl. Per noi, Grohl è una sorta di re Mida della musica. Tutto ciò che tocca diventa oro, è un genio inconfutabile della musica e, ciò che forse per noi conta di più, ha sempre mantenuto un livello di umiltà invidiabile.

Simone

Ok, qualunque cosa accada non parlerò mai male di Grohl… (come se fosse possibile!). Scherzi a parte siete riusciti a citare quei mostri sacri che hanno gettato le basi per la musica che ascoltiamo oggi in radio, sono un punto di riferimento non solo musicale, sono delle icone e i loro brani li hanno ascoltati tutti, anche inconsapevolmente. A proposito di brani, vi va di raccontarci come creati i vostri?

The Basquiats

Diciamo che la composizione per noi è un concetto abbastanza variabile. Ci sono brani che abbiamo composto insieme, altri creati interamente o parzialmente da uno di noi e poi completati e migliorati in sala prove.

A livello di composizione musicale la mente è senz’ombra di dubbio Dario. Ha sempre una gran voglia di fare, di suonare, di creare. Ci sono periodi in cui se ne esce con un “ho fatto una canzone nuova” a cadenza giornaliera e questo è sicuramente un enorme stimolo per tutti noi. Quindi possiamo dire che di norma Dario ci fa sentire un riff o un arrangiamento e mano a mano costruiamo il resto tutti insieme. Poi capita anche che alcuni brani nascano interamente da uno solo di noi, come “Won’t fade away”, “Control”, “Burning ground” o “Jackals in disguise”, i quali in un secondo momento sono stati migliorati insieme alla band, dopo essere stati approvati da tutti ovviamente.

Per quanto riguarda i testi invece la maggior parte li scrivo io, ad eccezione di “Alive again” e “Jackals in disguise”, scritte da Dario. La maggior parte delle volte prendo una delle basi che mi manda Dario, l’ascolto e comincio a canticchiarvi sopra, poi do un senso compiuto a quelle litanie mentali e le trasformo in testo.

A volte parto da un concetto, del tipo “cosa voglio dire tramite questa canzone?”, altre il testo prende un determinato significato nel momento stesso in cui lo scrivo, come se a dettarmelo fosse il subconscio. Per il testo di “Burning ground”, ad esempio, Drino mi aveva chiesto se avessi potuto scrivere qualcosa che riguardasse la guerra. Così ho visto su internet video dei bombardamenti sui civili, delle zone colpite dai raid aerei e ho scritto a riguardo, usando una narrazione in prima persona, per avere un effetto più incisivo sull’ascoltatore.

Un altro testo parla del sesso fatto con passione e amore, un altro ancora dei traumi rimasti in seguito alla fine di una relazione travagliata. Il fatto divertente è che queste ultime due sono state ispirate dalla stessa persona.

Simone

Bellissima spiegazione, una delle più complete e variopinte che abbia sentito dall’inizio di questa rubrica, complimenti! Voglio toccare adesso un tasto che per alcuni è dolente: cosa ne pensate delle altre band emergenti e del panorama musicale di questo periodo? C’è spazio per nuovi artisti oggi?

The Basquiats

Dipende, se parliamo del panorama musicale italiano o estero. L’estero dà sicuramente più possibilità agli emergenti, soprattutto se si tratta di generi come rock e metal. In Italia purtroppo la situazione musicale tende un po’ a ristagnare. C’è poco spazio per gli emergenti nel campo degli inediti. Questo indubbiamente ha portato a sviluppare un bel panorama underground e di nicchia ma non è comunque sufficiente.

Per caso, recentemente, ho seguito i risultati dell’ultima edizione di X-Factor. Ne sono rimasto piacevolmente sorpreso, visto che normalmente non sono un fan dei talent show. Mi ha colpito non solo il fatto che i brani in finale fossero in lingua inglese ma, soprattutto, che uno dei due si avvicinasse davvero al mondo del rock, sia come stile musicale che come immagine della band. Ora, non voglio dire che i Maneskin siano la nuova frontiera del rock ma, sicuramente, aprono uno spiraglio in quel dell’Italia per sonorità diverse dalle solite canzonette da radio.

Diciamo che lo spazio c’è un po’ per tutti i nuovi artisti, sono i fan e i canali che sono difficili da raggiungere. Io e Dario, ad esempio, ci stiamo barcamenando in un’esperienza in Germania. Il tempo ci dirà se abbiamo fatto la scelta giusta.

Curiosità

Una volta, durante un festival a cui hanno partecipato, al batterista è scappata una bacchetta, che è finita dritta sulla schiena del cantante. A fine concerto uno dei chitarristi, Dario, l’ha raccolta e l’ha lanciata verso il pubblico, colpendo in faccia un ragazzino gasatissimo in prima fila, che è rimasto intontito per qualche secondo ma non si è fatto nulla. L’hanno ribattezzata “la bacchetta killer”.

Simone

Hive Music, grazie anche alla rubrica “Rising Stars”, è un progetto che vuole valorizzare la musica sul territorio, regione per regione, organizzando eventi che possano far esibire gli artisti e riempire locali, rimettendo in modo l’economia. Cosa ne pensate di questo progetto? Vorreste partecipare ai nostri eventi?

The Basquiats

Certo! Ci sembra un progetto fantastico. È importante riuscire a riportare in vita il panorama musicale per le band emergenti. Purtroppo al sud è una situazione anche più marcata. Normalmente le band hanno già difficoltà a trovare locali o eventi in cui suonare e la cosa è anche peggiore se si tratta di inediti. Quindi troviamo fantastico che ci siano persone che prendono a cuore temi come questo e che vogliano tendere una mano non solo ai musicisti, ma alla musica in sé.

Simone

Il vostro entusiasmo mi fa molto piacere, allora ne approfitto! Cosa aggiungeresti a questo progetto? Come pensate che potrebbe ulteriormente migliorare?

The Basquiats

Potrebbe essere interessante e divertente aggiungere dei contest, magari regionali. Questo potrebbe dare uno stimolo in più ai musicisti e rendere il pubblico più attivo.

Simone

Cari The Basquiats, grazie per avermi dedicato il tempo di intervistarvi, ma adesso si passa alla mia personalissima opinione sul vostro ultimo, meraviglioso, album!

Recensione

Il gruppo dei The Basquiats nasce nel 2016, e ad oggi ha nella sua formazione:

La Band
  • Mario FerreraChitarra e Voce
  • Dario GalesiChitarra
  • Alessio DragottaBasso
  • Adriano CirroneChitarra
  • Danilo FicicchiaBatteria
Blinding Lights

Il disco “Blinding Lights” è il primo album pubblicato dal gruppo, disponibile anche su Spotify. A guardare la copertina, uno sfondo nero con in primo piano una lampadina nell’atto di accendersi, mi è venuto da pensare che questo fosse una “metafora” del gruppo. Si, perché dopo il primo ascolto si “accende”, proprio come una lampadina, e con esso la nostra voglia di ascoltarlo nuovamente.

Il disco è composto da 10 brani e ha una durata di 41 minuti. I brani sono tutti carichi di energia e non si lesina di bassi arroganti, erogati dal basso e dalla batteria, né di riff dallo stile “power”.

In generale tutto l’album è ben costruito, alternando alla voce rockeggiante del cantante pezzi di sola musica, in cui la chitarra elettrica si diverte in qualche breve ma entusiasmante assolo.

Tutto l’album sembra darti la carica, personalmente l’ho ascoltato più volte durante le mie sessioni di allenamento e l’ho inserito tra le playlist preferite proprio per la forte energia che riesce a trasmettere, anche perché la sua durata è perfetta né troppo né troppo poco. Insomma, se siete scarichi, stanchi, e cercate qualcosa che riaccenda la vostra miccia, non aspettate un altro momento e accendete i The Basquiats!

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