AINÉ, neo soul italiano in rampa di lancio

AINÉ è il moniker dietro cui si cela Arnaldo Santoro. Classe ’91, Santoro ha studiato diversi anni al college di musica Saint Louis di Roma, prima di approdare in California – per l’esattezza nella fervida “città degli angeli” – con l’intento di frequentare la prestigiosa Venice Voice Accademy, formarsi artisticamente (soprattutto vocalmente) e ritornare nel Bel Paese con un intenso bagaglio di esperienze. Un rientro fortemente animato da una passione per il jazz e la musica soul in generale, suoi fari primari. Non è un caso, infatti, che AINÉ abbia scritto un brano con Gegè Telesforo, finito primo in classifica su iTunes per tre settimane nella categoria jazz. Un richiamo per il jazz culminato con l’arrivo della prestigiosa borsa di studio della Berklee College of Music di Boston, messa in palio ad Umbria Jazz e con migliaia di iscritti arrivati da mezza Europa. Non male per un esordiente in cerca della giusta visibilità. Un avvio positivo che prosegue con la collaborazione con Sergio Cammariere nel singolo Dopo la pioggia.

Il disco di debutto, intitolato Generation One, arriva invece il 24 maggio del 2016. Un album che espone fin da subito un modello abbastanza chiaro. Santoro mescola partiture neo soul e battiti 2-step, sguazzando come una libellula tra un intrigante refrain e l’altro, un giro mieloso e una strofa d’amore, fino a raggiungere l’amato riferimento Ghemon presente nella canzone intitolata Nel mio mondo. Un amplesso evidenziato a chiare lettere, quello tra i due musicisti, che esplica la direzione intrapresa stilisticamente dallo stesso AINÉ, con l’inconfondibile beat caldo di matrice r’n’b rigorosamente statunitense da bussola. Nel disco d’esordio sono presenti, tra l’altro, anche diversi brani in inglese, a conferma di una necessità incontrovertibile. Dopo la pubblicazione dello scorso anno dell’EP UNI-VERSO, Santoro ha rilasciato il primo singolo d’anticipo – dal titolo Ormai – al suo secondo album in carriera: Niente di me. Un’opera delicata, prosecuzione fisiologica e partecipata evoluzione del cammino finora intrapreso. Presenti infatti due nomi grossi del firmamento indipendente nostrano, come Willie Peyote in Parlo piano e Mecna in Mostri.

Sintonie importanti, che arricchiscono un lavoro comunque personalissimo, e interamente scritto da AINÉ. E una manciata di canzoni che stuzzicano il cuore, ribadendo una maggiore vocazione pop, vedi la ballata Io sono qui, con il piano in scia soul a fungere da traghettatore di animati tormenti sentimentali. Oppure la title-track con il suo passo morbido e le sue strofe cariche di speranza. Un brano che mostra anche la sopraggiunta maturità, e che lo pone come un ispirato cantore moderno. Assieme al buon Venerus, Santoro è tra le future stelle del firmamento pop italiano. Uno di quei talenti “emergenti” che potrebbero tranquillamente scalare le classifiche e riempire i palazzetti nella prossima estate. Basti ascoltare l’irresistibile e sopracitata Ormai, altra traccia in rampa di lancio nel mainstream più colorato. Una perlina che non sfigurerebbe nella prossima kermesse sanremese, al quale, per il momento, parteciperà l’amico e mentore Ghemon. Nella sua musica, Santoro alterna Synth, Hammond, Fender Rhodes e “tutto ciò che un musicista può desiderare”, come egli stesso dichiara. E per comprendere al meglio e definitivamente la sua verve artistica e quella che resta la sua sincera intenzione, è opportuno citare un suo pensiero rilasciato di recente:

Ogni opera creativa, ogni suono ed ogni parola, arriva da un percorso creativo che racchiude esperienze, viaggi, incontri, voglia di cambiare e di esprimere una idea. Niente di me è un gioco di parole, quasi una provocazione, che esprime in direzione opposta alla semplice interpretazione dialettica “tutto di me”.

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